Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità
giovedì 23 ottobre 2008
165. Difficile segmentazione del discorso musicale
Il problema della segmentazione. Le frontiere delle parole (qui comincia la parola, qui finisce) sono, nella maggior parte delle lingue naturali e nella maggior parte dei casi, del tutto chiare a chi parla e a chi ascolta. La scrittura le pone in evidenza e, quando non lo fa, è perché l’uso non ritiene di dover sottolineare ciò che già di per sé è evidente. Nelle grammatiche trasformazionali per esempio il punto di partenza è l’oggetto ‘frase’, anch’esso concettualmente se non spazialmente delimitato. E anche gli elementi ultimi (o primi), siano essi fonemi, morfemi, semantemi ecc., sono definibili con sufficiente rigore, si da servire efficacemente all’indagine e alla teorizzazione linguistica. Assai difficile è per contro una corretta segmentazione del discorso musicale. Il Settecento maturo può averci dato l’illusione di una tollerabile analogia con la segmentazione del discorso verbale (è il sistema dei livelli isomorfici: inciso, semifrase, frase, periodo), ma qualsiasi tentativo di applicare la medesima griglia a un discorso musicale di altra epoca o civiltà ci fa avvertiti che non solo la segmentazione, ma il concetto stesso di entità minima −distintiva, formale, significante− e, di conseguenza, tutta la gerarchia delle successive integrazioni sono a tal punto variabili e irriducibili da diventare oggetto di dubbio radicale. Eppure la musica è tra i linguaggi uno di quelli che meno offre difficoltà di utilizzazione mentale (vedi la cosiddetta universalità della musica).
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