Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


giovedì 23 ottobre 2008

167. Sintagma-paradigma

Sintagma-paradigma. Diversamente dal discorso verbale, la musica rende (può rendere) compresenti certi riferimenti paradigmatici che la parola produce in absentia (vedi la tecnica combinatoria dei leitmotive wagneriani). O meglio, la musica può utilizzare contemporaneamente più catene sintagmatiche, purché vi sia un qualche meccanismo semiologico che le colleghi trasversalmente (in genere l’armonia). Se manca del tutto un tale meccanismo (come un tempo si pensava potesse accadere), o la mente di chi ascolta ne produce uno fittizio (è il gioco delle forme che si leggono nelle nubi), o si ha la totale incomprensibilità (e allora subentrano altri modi di fruizione che vorremmo chiamare di secondo grado: un oggetto complesso ma inanalizzabile viene utilizzato mentalmente come un oggetto semplice, frana, cascata, conglomerato, ‘gruppo’ stockhauseniano). D’altra parte, quanto meglio funzionano i meccanismi di collegamento trasversale, tanto più la pluralità delle catene sintagmatiche tende a confondersi in un’unica processualità lineare, con evidente cancellazione della funzione paradigmatica. I sistemi altamente formalizzati in verticalità (il sistema tonale per esempio, all’epoca di Bach ovvero il sistema dodecafonico nell’ultimo Webern) impongono quindi un’accurata differenziazione ai percorsi orizzontali (alle ‘voci’), solo cosí riuscendo a conservare ad essi la loro funzione paradigmatica. Spesso tuttavia, vedi il caso Wagner, l’agglutinamento verticale cancella del tutto tale funzione e finge semplice linearità là dove il processo è multilineare. Altre volte, ed è il caso già esaminato, la polilinearità non è riconoscibile per mancanza di meccanismi di collegamento e reciproca evidenziazione delle linee, e l’intero processo deve correttamente intendersi come lineare. I meccanismi di collegamento trasversale (armonia) sono un mezzo potentissimo di regolazione del flusso informazionale. Fisicamente è chiaro che, assommandosi le onde sonore all’ingresso dell’orecchio, i processi musicali sono tutti lineari e la loro eventuale polilinearità esiste soltanto nella scomposizione analitica operata dal cervello.

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