Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità
venerdì 24 ottobre 2008
231. Dove si ha produzione di senso?
Domanda: è un errore politico tentar di inserire un discorso sociologicamente corretto in un contesto socialmente negativo, che quindi tende a vanificare o a stravolgerne il significato? (per esempio è un errore discutere di musica-società con un pubblico borghese, all’ombra di un’istituzione controllata dal potere?) La domanda è riconducibile a una formulazione più generale: dove si ha produzione di senso: nel discorso autonomo; nell’azione del contesto sul discorso o viceversa; nello spazio tra contesto e discorso? Il problema è, come si vede, di natura ecologica, analogo a quello dei rapporti tra strutture−funzioni biologiche e ambiente. È noto che ogni modificazione dell’ambiente induce delle modificazioni nel sistema biologico che gli è associato; questo d’altro canto, poiché fa parte (è un sottoinsieme) di quell’insieme di strutture-funzioni che chiamiamo ambiente, a sua volta, per un effetto di feed-back, ne muta la costituzione e cosí via. È uno schema di interazione autoregolata che, nel caso dei fenomeni vitali, si fa autogenerativa, utilizza cioè positivamente i fattori di disturbo, si alimenta di disordine. La produzione di senso si ha pertanto in tutti i nessi semiologici tra discorso e contesto (tra funzione biologica e ambiente); il senso è cioè una funzione definita nell’insieme prodotto dei due insiemi discorso e contesto. È vero quindi che un discorso sociologicamente corretto può non esserlo più se portato in un ambiente che lo neutralizzi, per esempio strumentalizzandolo a fini autocelebrativi; è però anche vero che il discorso non lascerà intatto l’ambiente e che questo a sua volta agirà su quello, stimolandolo a quelle trasformazioni che gli restituiranno forza di verità.
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