Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


mercoledì 12 novembre 2008

267. Transculturazione

Se si può concordare con Francès che: «Musique et non-musique, la forme et l’informe, le beau et le laid ne peuvent se définir comme catégories esthétiques chez nombre d’auditeurs que par référence à ces integrations tonales, elles-mêmes issues de l’histoire de la pensée musicale en rapport avec d’autres séries sociales» (Francès, p. 98), si domanda tuttavia se è una conseguenza dell’acculturazione anche il bisogno di riferire ogni dato ricevuto a un sistema di relazioni, di trasformare la ricezione in percezione (ordinata, analizzabile, razionale). È possibile una transculturazione musicale verso sistemi non tonali? Quali sono le condizioni perché un sistema (arbitrario) possa provocare in un tempo ragionevolmente breve una transculturazione? (La dodecafonia per esempio non ci è riuscita). La relativa facilità con cui ‘comprendiamo’ musiche anche non europee parlerebbe a favore dell’universalità di alcuni tratti sistematici. È necessario che la ‘forma’ dei sistemi sia di tipo logico-sintattico (linguistico) o basta che sia sufficientemente semplice?

Nessun commento:

Movimenti