Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


venerdì 24 ottobre 2008

235. La base del capire stesso

Le sinistre hanno capito con notevole ritardo ciò che il potere borghese-industriale, più che capire, aveva posto a base del capire stesso: la facoltà di decisione e il monopolio su ciò che il cittadino conviene che capisca. Per esempio la musica: quanto esatta deve essere l’intuizione del rapporto musica ↔ politica da parte di un potere che lega la comprensione musicale ‘di massa’ all’industria produttrice di narcotici collettivi e la comprensione musicale ‘di élite’ a strutture organizzative (teatri, enti sinfonici, stagioni, impresariato) fortemente permeabili a un certo discorso politico e solo a quello. I progetti attualmente avanzati dalle sinistre sulla riorganizzazione della vita musicale italiana (scuola, enti, RAI) risentono ancora dell’impostazione ideologica borghese −tra l’altro anche nella terminologia: musica come ‘bene’, ‘patrimonio’ sociale (mai come discorso), funzione ‘formativa’ della musica (non permanentemente strutturante) ecc.− ed appaiono in larga misura integrabili in un contesto alienante (come dimostrano per esempio i non troppo dissimili progetti DC). Ciò non significa che questi progetti non vadano comunque appoggiati, anche perché proprio il pericolo della contaminazione contestuale potrebbe determinare in essi e nella loro applicazione delle modifiche sostanziali, cioè rapportabili a una terminologia non più equivoca.

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