Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


venerdì 24 ottobre 2008

236. Regionalizzazione

Domanda: la regionalizzazione dei mezzi di produzione musicale (orchestre, teatri, attrezzature, personale tecnico ecc.) non significa da ultimo dispersione regionale, laddove le strutture compositive dell’opera e della letteratura sinfonica richiedono piuttosto un accentramento che ne garantisca il rendimento economico-artistico?

Questa domanda, spesso affiorante nelle discussioni sulla regionalizzazione degli enti lirico-sinfonici, dà per scontato un riferimento che invece è tutto da riconsiderare, il riferimento cioè a poco più di un secolo di cultura musicale d’Occidente (ancora le sinfonie beethoveniane, eccetto la Nona, sono eseguibili in ambienti di medie dimensioni, un cinema o un teatro di provincia; lo stesso vale per l’opera fino al Freischütz e al Barbiere). È solo alla produzione teatrale e sinfonica dell’Ottocento maturo e di parte del Novecento che le strutture di un grande ente sono indispensabili; e nulla vieta che anche in futuro la Tetralogia o l’Aida o l’Ottava di Mahler continuino a essere eseguite nei luoghi tradizionali, cosí come la cupola di San Pietro continuerà a essere visitata a Roma, sul colle Vaticano. Ma questo che ha a che fare con la diffusione regionale della musica?

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