Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità
venerdì 3 ottobre 2008
61. Autonomo territorio di sperimentazione
Notazione: riduzione del continuo temporale a grandezze finite, legate da rapporti semplici. Durate aritmetizzate, aree frequenziali ridotte a un punto definito da una sola frequenza. Spazializzazione grafica (diagramma) di funzioni temporali. La notazione non si evolve per successive approssimazioni alla realtà sonora della pratica musicale (la traduzione grafica di una mazurka di Chopin eseguita da Brailowsky o di un’aria di Bellini cantata dalla Callas richiederebbero una notazione enormemente differenziata e complessa – vedi anche la oggettiva insignificanza delle trascrizioni di musiche non europee condotte secondo il nostro codice notale). Si evolve piuttosto come autonomo territorio di sperimentazione combinatoria tra grandezze misurabili per rapporti razionali. Forse l’eccezionale sviluppo della tecnica ‘compositiva’ in Occidente si deve non da ultimo all’invenzione di una scrittura musicale fortemente riduttiva. Comporre sette o dodici suoni puntiformi (gli scarti, ammessi nella pratica esecutiva, non incidono sul processo compositivo) secondo rapporti di durata che come massimo di complessità hanno il 3/2 (i rapporti 5/2, 4/3 sono eccezionali e quasi sempre compensati dalla semplicità dei rapporti tra le unità ritmiche o metriche dell’ordine immediatamente superiore) è manifestamente piú agevole che non lavorare con grandezze refrattarie alla razionalizzazione aritmetica. Lo splendido gioco combinatorio di una fuga bachiana ha come presupposto la matematizzazione del suono, la riduzione dei campi fonologici a una geometria di punti e segmenti.
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