Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


venerdì 3 ottobre 2008

62. Ambito vitale per l’esercizio pratico

L’esercizio pratico della musica restituisce i punti e i segmenti del codice notale alle grandezze areali di cui quelli sono i simboli matematici. Ciò che costituisce impaccio all’attività compositiva è ambito vitale per l’esercizio pratico. Di qui la facile confutazione del concetto di fedeltà al testo, là dove per testo si intenda la pagina scritta. Insopportabilità delle esecuzioni in cui punto significa staccato e staccato significa la stessa cosa in Schubert e Rossini. Diverso il caso della cosiddetta oggettività strawinskiana: qui il compositore, alla codificazione grafica della sua musica aggiunge le istruzioni per l’uso, diverse che per altri autori, specifica cioè che per lui le aree simboleggiate dai segni grafici correnti (pentagramma, valori notali, segni dinamici, agogici ecc.) hanno da intendersi come ristrettissime, in conformità –aggiungiamo noi– alla defunzionalizzazione (fossilizzazione) degli elementi linguistici usati. Sull’area di fluttuazione delle grandezze notate decidono di volta in volta non solo l’interprete (sensibile, intelligente, filologo) ma anche e soprattutto le condizioni in cui si verifica l’atto esecutivo, le funzioni (informativa, didattica, ricreativa, estetica ecc.) che esso svolge, le caratteristiche tecniche dell’opera (solistica, d’insieme, manualmente o vocalmente agevole oppure no ecc.). L’assorbimento dell’area di fluttuazione nel processo compositivo caratterizza la musica occidentale circa dall’anno 1955 in poi.

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