Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità
venerdì 3 ottobre 2008
81. Già in esse?
L’organizzazione semiologica è sovrimpressa alle cose da chi le utilizza in tal senso, ovvero è già in esse? La risposta conviene cercarla limitatamente a quei casi in cui gli oggetti utilizzati semiologicamente fanno a loro volta parte della semiosi del vivente, sono cioè prodotti dell’attività vitale. Un oggetto prodotto dall’uomo per esempio, e destinato all’utilizzazione da parte di altri uomini, molto probabilmente è collocabile entro un sistema semiologico, o addirittura ha lui stesso strutture e infrastrutture analizzabili semiologicamente. A questi suoi caratteri, rilevabili attraverso l’analisi (che tuttavia è anch’essa nient’altro che l’esame della riducibilità dell’oggetto al reticolo analitico adoperato) si sovrappone il sistema (semiologico) di lettura di cui dispone il fruitore, sistema per lo piú non controllato dalla coscienza del fruitore stesso e funzione di numerose coordinate storiche, sociali, individuali ecc. (e qui sta la differenza tra lettura e analisi, la seconda cercando di operare nella maggiore consapevolezza possibile della propria relatività). Forse converrà ridurre l’intervallo invalicabile che separa le cose in quanto sono dalle cose in quanto sono conosciute al divario tra lettura e analisi, tra utilizzazione mentale e sociale entro sistemi semiologici non analizzati (o la cui analisi viene per qualche motivo sottaciuta o rimossa) e inserimento in reticoli analitici che apertamente si dichiarano relativi a ciò che si vuol sapere dell’oggetto. I soli confronti possibili sono tra grandezze omologhe, quindi non tra ‘cose’ e ‘parole’, ma tra sistemi semiologici diversi e diversamente illuminati dalla coscienza.
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