Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


domenica 7 dicembre 2008

Attenzione, autocontrollo, partecipazione fisica e mentale

[A1222] 21 maggio, pomeriggio. Scuola statale del centro. Aula di medie dimensioni. Circa 20 ragazzi (maschi e femmine) di prima media; circa 20 allieve maestre giardiniere; circa 20 insegnanti di scuola media. Incontro caratterizzato da attenzione, autocontrollo, partecipazione fisica e mentale (ragioni probabili: minori inibizioni in ragazzi abituati a essere presi in considerazione, quindi anche a esprimersi correttamente; minor numero di partecipanti e giusto rapporto con la grandezza dell’ambiente; probabile maggior interesse per la musica da parte del corpo insegnanti). Esperimenti: colloquio preliminare su avvenuti ascolti di musica (V Sinfonia di Beethoven: «vi si sente la malattia che avanza» – «ma come la si sente?» – «ci sono delle parti calme e delle parti agitate e forti»); esercizi di contrapposizione tra eventi ‘lisci’ ed eventi ‘turbolenti’ (due gruppi, l’uno con suoni lungamente tenuti, l’altro con interventi percussivi o gridati); osservazioni sui rapporti di durata e sul fattore sorpresa; esercizi di trasformazione di un suono (per esempio il suono ‘bianco’, variamente filtrato dalla se alla s); esercizi su variazioni di intensità in un continuo; canto interrotto –cioè proseguito mentalmente– poi ripreso al punto giusto; dialogo tra questo canto e il suono ‘bianco’ di un secondo coro; esercizi di direzione sulla base di questo materiale. Discussione sugli esperimenti: vivacissima, ricca di spunti nuovi. Alcune osservazioni: «Utile perché siamo noi a fare la musica e cosí capiamo meglio anche quella degli altri, poi perché impariamo ad ascoltarci e a regolarci a vicenda» – «Questo esperimento va bene non solo per la musica, ma anche per le altre arti e per quello che si fa tutti i giorni» – «Ma è anche un modello di comportamento sociale, è un insegnamento politico» (osservazione di una maestra giardiniera). All’obiezione di un anziano insegnante: «Ma dove si va a finire!» un ragazzo ha risposto: «Se gli uomini se lo fossero sempre domandato, abiteremmo ancora nelle caverne».

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