Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


domenica 7 dicembre 2008

Dodici partecipanti (più ospiti)

[A1102] Durante i primi mesi di studio, a causa di un certo numero di ritiri (dovuti o a impegni sopraggiunti o a una migliore valutazione dell’entità di lavoro da svolgere), i partecipanti si sono ridotti a dodici effettivamente frequentanti, più alcuni ospiti occasionali, sia interni che esterni al conservatorio. Tra questi ultimi, alcuni compositori, didatti ed esecutori, di passaggio o residenti a Roma, ai quali va il nostro sentito ringraziamento per il tempo e il lavoro che ci hanno dedicato (Aldo Clementi, Franco Evangelisti, Jesús Villa Rojo, Sergio Cafaro, Paolo Castaldi, Gérard Grisey, Luca Lombardi). Il grado di preparazione specifica dei partecipanti regolari si è dimostrato estremamente vario, in relazione all’età, alla professione e al tipo di attività musicale svolto in precedenza. Per due di essi (stranieri), che già avevano studiato composizione, il corso ha avuto finalità di aggiornamento sui problemi tecnici contemporanei, si è configurato cioè come una sorta di corso di perfezionamento; altri, diplomati per esempio in pianoforte, hanno chiesto di essere informati sui fondamenti teorici del discorso musicale; altri ancora, privi quasi del tutto di un’esperienza pratica della musica, ancorché ad essa interessati culturalmente, hanno ricercato un approccio analitico-strutturale o addirittura hanno orientato il loro studio in senso analitico-percettivo, lasciando ampio margine alle considerazioni psicologiche, sociologiche, comunicazionali. C’è anche chi ha inteso la sperimentazione nel senso che più le è proprio; sperimentazione cioè, non tanto di nuovi metodi didattici (come è nell’interpretazione ufficiale del corso), ma anche e soprattutto di nuovi modi organizzativi della materia sonora: a costoro non è stato chiesto un rendiconto sugli studi musicali compiuti, ma si è cercato di muovere esattamente dal punto su cui erano concentrati al momento i loro interessi musicali, per esempio da John Cage. Molto probabilmente nessuno o pochissimi (due o tre) dei partecipanti coltiveranno la pratica compositiva oltre i limiti di un’attività collaterale, in qualche caso anche di semplice diletto; per alcuni tuttavia è da credere che le indagini sulla comunicazione musi¬cale, qui condotte, non resteranno senza influsso sulla loro attività futura, quando addirittura non dovessero porsi al centro di un orientamento di studi volto, più che alla composizione, alla collocazione della musica nel quadro culturale della società. Circa la qualificazione non specifica dei partecipanti, si è osservata, a parte la ovvia prevalenza degli studenti (medie superiori, università), una accentuata promiscuità di indirizzi di lavoro: teologia, industria, impiego ecc.

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