1) i ragazzi partecipano con interesse a discorsi di argomento musicale, tanto più quanto più avvertono che la musica è anche cosa loro e non cosa che gli viene elargita dagli adulti;
2) dimostrano, di fronte a un fenomeno musicale inconsueto, mente più libera, cioè più pronta ad accettare ma anche a indagare criticamente, che non la mente acculturata dell’adulto;
3) non rifuggono, se opportunamente sollecitati, dal riflettere sul dato acquisito, anche a costo di rimuovere pregiudizi, peraltro non ancora profondamente radicati;
4) le loro osservazioni raramente sono irrilevanti (di fatto solo in quei casi in cui sono evidentemente ripetitive, e allora attenzione alle cose troppo ben dette!), il più delle volte si tratta solo di saper adeguatamente intendere la polivalenza (conseguente all’ovvia povertà) del lessico infantile;
5) meno sviluppata è invece (contrariamente a ciò che comunemente si afferma) la cosiddetta creatività, il che è del tutto naturale, se si considera che l’atto creativo (il quale, diversamente dalla creatività, è verificabile direttamente) si fonda e incide su una situazione preesistente perfettamente conosciuta;
6) ottima è la ricettività nei confronti di principi e modelli organizzativi –e qui occorre semmai ostacolare la tendenza ad assumerli per inerzia ripetitiva, opportunamente stimolando spontanei impulsi ‘contestativi’;
7) tutto può –deve– essere detto senza badare alla ‘difficoltà’ dell’argomento e dei concetti il cui uso sia necessario: è solo questione di regolare convenientemente il rapporto tra l’informazione che si vuole trasmettere e il tempo in cui effettivamente la si trasmette, basta cioè percorrere con pazienza tutti i livelli analitici del linguaggio, definendo gli elementi di ogni livello con quelli di livello immediatamente inferiore, senza omettere alcun passaggio;
8) più spesso che non si creda ciò che appare ‘difficile’ all’adulto non lo è per il ragazzo e, naturalmente, viceversa: la frequenza, nelle menti infantili, dei cortocircuiti logici (intuizioni) è stupefacente;
9) la musica è bene che venga destinata non solo e non tanto all’arricchimento del ‘patrimonio’ culturale del ragazzo, quanto e soprattutto all’attivazione dei circuiti mentali, liberandoli da ingorghi nozionistici e favorendo in essi la circolazione di materiali autonomamente indagati e organizzati.
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