Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


mercoledì 22 ottobre 2008

144. Occorre avviare un discorso analitico più profondo

Il capitale ‘gestisce’ il discorso. L’opposizione mira a togliergli questa gestione, ma ciò facendo (intendendo di fare) accetta la metafora del discorso come ‘bene’, ‘patrimonio’, ‘capitale’ da gestire, accetta cioè proprio quelle strutture discorsive attraverso cui il capitale gestisce il proprio. La contrapposizione lungo una frontiera comune giova al capitale in quanto è lui che la disegna. Il sistema può essere dissolto solo se inserito in un livello analitico più alto, se attaccato con mezzi analitici più pòtenti di quelli che lui stesso ha strumentalizzato. La contestazione della sinistra ufficiale non è sufficiente, occorre avviare un discorso analitico più profondo di quello marxista, ma soprattutto occorre diffonderlo, promuoverne la produzione nella coscienza collettiva. I presupposti di tale discorso universale già esistono da tempo e ne sono depositari la linguistica, la semiologia, l’antropologia culturale, la cibernetica, la biologia, l’etologia ecc. E la musica. Anzi a quest’ultima si sarebbe tentati di riconoscere una condizione di privilegio, conseguente dal fatto che la musica può intendersi e praticarsi come diretta sperimentazione delle strutture comunicative producibili e utilizzabili dalla mente, indipendentemente da una evidente funzione significante e, a fortiori, da ogni implicazione di contenuto. Anche lo studio storico e sociologico della musica può essere condotto su basi prevalentemente anche se non esclusivamente strutturali (trasformazionali). Non solo l’equivoco, ma perfino la distinzione tra struttura semiologica e significato, discorso e oggetto del medesimo, forma e contenuto, hanno scarsissima incidenza su una metodologia dell’analisi musicale. La musica si offre alla mente come un universo relazionale che, pur coinvolgendo tutte le strutture psicosociali dell’uomo, può essere indagato, analizzato o più generalmente utilizzato senza il ricorso a referenti esterni. L’utopia di un sistema linguistico non afflitto dall’obbligo di servire due padroni, due discorsi, quello delle parole e quello delle cose, è forse a portata di mano. Nascosta nei suoni.

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