Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità
giovedì 23 ottobre 2008
180. Ricerca della correttezza, consapevole del proprio livello
Sono raggiungibili i meccanismi primari di percezione/elaborazione di dati informativi? O non fanno parte questi meccanismi di una fisiologia, di una psicologia, di una informatica ‘ideali’, un ennesimo agguato della metafisica? E la realtà da esaminare sarebbe piuttosto il concreto manifestarsi di modi percettivo-conoscitivi legati alla cultura (al discorso-standard) dei gruppi umani o degli strati sociali all’interno di un gruppo? O, ancora oltre, unica realtà sarebbe l’esperienza autoanalitica da cui nulla consegue di più generale se non uno schema, vuoto di validità controllabile? Forse però le domande sono mal poste, sono cioè domande che implicitamente non ammettono una risposta in quanto presuppongono un’idea, una metafisica della realtà, mentre ogni idea, ogni metafisica vorrebbero espungere dalla risposta. Divengono accettabili e discutibili, queste domande, se si riconducono all’ambito analitico che gli compete, se cioè i meccanismi primari, secondari ecc. vengono interpretati come livelli di analisi e se a nessuno di questi livelli si assegna un valore in ordine a una presunta metafisica del reale, ma se ne riconosce il valore posizionale entro una serie di livelli. Si tratta di dare a ciascuna domanda una risposta che sia in larga misura valida a quel livello analitico. Ogni ricerca che non pretenda al raggiungimento della verità, ma solo alla correttezza di un discorso consapevole del proprio livello, è una ricerca utile e producente, non solo a quel livello ma anche come base per ricerche più avanzate. Va osservato, a fugare eventuali equivoci, che è assolutamente indifferente se i livelli discorsivi vengono computati dal basso in alto o viceversa. La gerarchia dei livelli è conseguenza di un ordine arbitrario: per gli uni ciò che conta sono i livelli di maggior generalità, per gli altri le determinazioni ultime, individuali. Ingenuo e ozioso riproporre a questo punto criteri di validità assoluta. Una direzione metodologica è valida se punta dritto sul risultato che si propone di ottenere. La validità del risultato invece non dipende solo dall’applicazione corretta di una metodologia, ma anche dall’uso per cui è stato cercato e raggiunto.
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