Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità


giovedì 23 ottobre 2008

181. Discorso tautologico che conferisce un senso all'analisi

Anche le eccellenti analisi di Ruwet non fanno che duplicare a parole ciò che è scritto in partitura (riducendo oltretutto l’evento musicale alla sua proiezione grafica, il che costituisce una limitazione teorica, le cui ragioni andrebbero per lo meno dichiarate). Ma l’analisi riceve un senso non tanto dall’implicito momento descrittivo, quanto piuttosto dal discorso che da essa si produce (dagli scopi che essa si prefigge). Questo discorso, anche nel caso ottimale di Ruwet, si identifica quasi con una lettura attenta, volta al riconoscimento dell’oggetto nel suo essere cosí e non in altro modo. Il discorso prodotto è cioè tautologico, giacché in sostanza si dice: l’oggetto dalle caratteristiche riprodotte nell’allegata partitura ha appunto quelle caratteristiche. Se la metodologia analitica fosse riconducibile al principio dell’adeguatezza, della sovrapponibilità del discorso analizzante al discorso analizzato, quella seguita da Ruwet potrebbe ben dirsi corretta. Ma anche nella metodologia deve riflettersi il momento produttivo dell’analisi, il suo compito di darci un discorso non duplicativo, non sovrapponibile, un discorso che lasci tra sé ė l’oggetto dei vuoti, delle disponibilità verso l’imprevedibile.

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