L'area semiologica che chiamiamo musica è sperimentale per eccellenza: perché, assai più che in altre aree (per esempio quella delle lingue naturali), ogni intervento individuale {parole) avviene non tanto all'interno di una langue quanto ai confini di essa, è sempre anche un intervento sul codice (sui codici), seppure, fino in tempi recenti, ancora all'ombra dell'idea di langue. L'evoluzione della musica come sistema è incomparabilmente piú rapida che non quella delle lingue naturali: almeno là dove e dal punto in cui la musica è stata considerata terreno di espansione culturale, come per esempio nell'Occidente europeo. Oggi che alla sperimentazione mediante il linguaggio –anche se in zona di confine– si sostituisce la sperimentazione sul linguaggio –questa volta dall'esterno dell'idea stessa di langue– la musica può costituirsi a modello per una semiologia analitico-sperimentale. La relativa facilità con cui possono essere comunicati e accettati i codici più diversi (anche e soprattutto per la mancanza degli ingombranti correlati della significazione), questa agibilità dei codici ne consente un larghissimo uso, offrendo, oltre a un ampio terreno di indagine scientifica, anche e non da ultimo un insieme, assai grande e differenziato. di situazioni semiologiche, entro le quali esperire direttamente e nella riflessione i rapporti strutturali e funzionali (politici quindi) da cui scaturisce il 'senso' di un'attività sociale.
Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità
mercoledì 1 ottobre 2008
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