Si propone uno studio elementare della composizione di suoni che sia esterno a ogni configurazione storica del linguaggio musicale. Al fondamento linguistico tradizionale (l'armonia tonale secondo la regola dell'ottava) si sostituisce un fondamento generalmente semiologico, cosicché il 'comporre suoni' a scopo di comunicazione (comunicazione anzitutto dei suoni stessi e della loro composizione) divenga un'attività soggetta inizialmente solo a criteri organizzativi dedotti dai suoni stessi da comporre (il materiale dato, che può essere qualsiasi) e dalle funzioni comunicazionali che ci si propone di attuare.
Si obietta che viene cosi esclusa l'esperienza storica e il concetto stesso di storia respinto alla periferia. Non credo che, se anche vero, ciò sia un gran male, poiché: 1) il concetto di storia e la relativa esperienza che qui andrebbero persi sono quelli storicamente datati e ormai consumati dalla storia stessa, 2) ciò che qui si propone, lo si propone solo in quanto risponde appunto alla condizione storica dell'oggi.
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