Lo studio della composizione comincerà con l'ascolto attento di differenti materiali sonori non organizzati (suoni periodici, aperiodici, misti, eventi sonori complessi come il microcosmo fonico di un'officina, di una città), allo scopo di individuarne le caratteristiche foniche univoche o dominanti. Si cercherà poi di riflettere sui possibili modi di utilizzazione mentale di una qualsiasi serie di tali materiali: per associazione, opposizione, variazione continua o discreta, analogia comunque fondata ecc. il tutto riportato ai vari parametri di ascolto: durate, ambiti frequenziali, dinamica ecc. e alle loro interazioni: sinergia, simpatia, contraddizione, elisione, indifferenza ecc. Un'esperienza con apparecchiature elettroniche potrebbe quindi collocarsi all'inizio dell'itinerario di studio come quella che meglio permette la costituzione di serie di materiali differenziati ma indipendenti da qualsiasi codificazione linguistica (semiologica).
Una seconda esperienza potrebbe invece avere carattere del tutto opposto: restrizione del codice a un minimo di elementi e di regole combinatorie (per esempio tre note equidistanti e due valori di durata da distribuirsi entro unità metriche costanti). Questo per consentire un lavoro analitico sui rapporti di simmetria-asimmetria e sul valore informativo degli scarti rispetto al prevedibile. Una terza esperienza potrebbe riguardare un insieme di note avente già una sua struttura differenziata: per esempio una modalità, di cui riconoscere i rapporti intervallici per associarvi una funzionalità nell'articolazione del discorso musicale (ancora monodico): per esempio individuare nei semitoni (ascendenti, discendenti) delle singolarità intervalliche associabili alla funzione di sensibile (Leitton), cioè di intervallo direzionale (quello su cui il linguaggio storico ha poi articolato la cerniera cadenzale). Esame analitico-documentario del gregoriano ed eventualmente di esempi tratti da altre culture monodiche.
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