D.: Recuperare il discorso sintattico vuol dire tentare una nuova fondazione di valori? Il discorso sintattico mira a evidenziare il significato (il contenuto, il valore di scambio)? La paratassi si era imposta come critica ai valori costituiti in gerarchia e assoggettati a funzioni sintattiche. L’equiparazione conseguente all’annullamento delle gerarchie e delle funzioni privilegianti non ha forse fatto piazza pulita dei valori una volta per tutte?
R.: All’ideologia dei valori sintatticamente organizzati si è sostituita l’ideologia della paratassi, del non valore, a copertura di un discorso sintattico fondato sul valore e lo scambio, a copertura, cioè, del potere. Per assurdo si potrebbe dire che la sintassi del potere lavora oggi indisturbata all’ombra della paratassi di vetrina. Il potere sottrae agli utenti lo strumento di analisi che potrebbe intaccarlo. In realtà né il discorso sintattico né quello paratattico sono in grado di fondare o distruggere dei valori, se non sono sorretti dalle rispettive ideologie. Ambedue i discorsi sono o non sono strumentalizzabili secondo che si costituiscono o no a ideologia. L’analisi deve cercar di ricondurre sintassi e paratassi alle loro primarie funzioni di organizzazione (o dissociazione) del discorso. In questo senso un discorso analitico non può che essere prevalentemente sintattico, giacché è per definizione l’imposizione di una certa griglia sintattica alle cose. Da ciò non consegue automaticamente una superiorità del discorso sintattico, ma solo la sua maggiore disponibilità alla funzione analitica. Ed è proprio per questa disponibilità che il potere gli preferisce oggi la paratassi.
Inquisizioni Musicali II - Boris Porena [1975] - Testi di inessenzialità
venerdì 3 ottobre 2008
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